Il Centro Cardiologico Monzino con il “Monzino Woman” in prima linea per la prevenzione.
La prestigiosa rivista scientifica Circulation ha appena pubblicato un report dell’American Heart Association che denuncia un calo della consapevolezza del rischio cardiovascolare nelle donne americane negli ultimi dieci anni. Le ragioni, in sintesi, sono la tendenza, soprattutto nelle donne più giovani, a trascurare gli stili di vita salutari per il cuore a causa di vari ostacoli, come la scarsità di tempo per i troppi impegni o lo stress lavorativo, oltre alla mancanza di sensibilizzazione sul rischio cardiovascolare da parte dei loro medici. «Queste barriere al prendersi cura del proprio cuore e della propria salute potenziano i fattori di rischio» – commenta la Dr.ssa Daniela Trabattoni Responsabile di Monzino Women, la struttura dedicata a prevenzione, ricerca e cura delle malattie cardiovascolari femminili del Centro Cardiologico Monzino.
Le malattie cardiovascolari si possono evitare con la prevenzione
«Dobbiamo insistere su due pilastri: l’informazione corretta della popolazione femminile e la formazione gender-based dei medici. Soprattutto – sottolinea la dr.ssa Trabattoni -non dobbiamo mai stancarci di sensibilizzare le donne all’importanza della prevenzione cardiovascolare: solo il 22% delle italiane, infatti, è consapevole che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità femminile e che possono essere evitate quasi al 100% con la prevenzione». La “prevenzione di genere” è una conquista recente in ambito cardiovascolare in Europa fino a pochi anni fa si è creduto che il cuore delle donne fosse protetto dagli ormoni femminili. Ma i dati ci hanno dimostrato il contrario: le malattie cardiovascolari causano oltre il 43% delle morti femminili contro il 33% di quelle maschili. Tutte vite che possono essere salvate con una prevenzione efficace.
L’esperienza di Monzino Women
«Su questa base – dichiara Daniela Trabattoni – abbiamo iniziato a studiare e identificare i fattori di rischio specifici della donna e a costruire programmi di screening mirati. Nei primi tre anni di attività di Monzino Women (2017-2020) abbiamo seguito 585 donne senza sintomi evidenti né precedenti eventi cardiovascolari e con un’età media di 52 anni: nel 25% dei casi lo screening ha rilevato un profilo di rischio medio alto, tale da rendere necessaria una correzione di stili di vita o una terapia, ad esempio per abbassare il colesterolo, normalizzare la pressione o ridurre l’omocisteina, una proteina che indica lo sviluppo di malattia aterosclerotica. Gli esami a cui si sono sottoposte le nostre pazienti sono semplici e non invasivi, indagini di primo livello oltre a elettrocardiogramma e prelievo di sangue. Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti e dell’aumento progressivo degli accessi e abbiamo in serbo nuovi progetti interessanti.
Covid-19 non deve fermare la prevenzione
Ora però il Covid-19 rischia di farci fare un passo indietro perché nella prima ondata ambulatori e visite sono stati sospesi e nel corso dell’anno la paura del contagio ha tenuto comunque le donne lontano dagli ospedali e dagli studi medici. Dobbiamo ottenere subito un’inversione di tendenza di questo trend. Nella battaglia contro le malattie cardiovascolari femminili abbiamo grandi chances di successo perché le donne sono sensibili, forti e determinate e ci seguiranno se sapremo informarle correttamente, rifocalizzare la loro attenzione e guadagnare la loro fiducia» -conclude Daniela Trabattoni.