
E’ il primo libro di narrativa del docente di filosofia e storia molto legato a Rivisondoli
Il senso delle intersezioni (Graphofeel, 140 pagine, disponibile anche in eBook) è il primo romanzo di Gianluca Galotta, docente di Filosofia e Storia e giornalista molto legato a Rivisondoli. L’autore, che ha già pubblicato diversi libri di saggistica, è appunto all’esordio nella narrativa.
Il protagonista del romanzo è Gianni, un giovane che vive un senso di continuo spaesamento: è nato e vive a Bari ma per motivi familiari si reca molto spesso a Rivisondoli, paese dell’Appennino abruzzese a cui si sente molto legato. Combattuto tra due “luoghi del cuore”, comincia a notare la presenza nella sua vita di curiose coincidenze alle quali tenta di trovare un senso che lo aiuti a orientarsi; ma quando sembra averlo trovato, grazie ai racconti dei suoi nonni, un colpo di scena interviene a rimescolare le carte. Gianni si trasferisce a Roma, dove inaspettatamente questi intrecci si moltiplicano, fino a un epilogo sorprendente.
Il romanzo prende avvio con Bari ma gradualmente emerge l’Abruzzo che nel quadro complessivo dell’opera riveste un posto centrale. Al di là delle vicende del giovane protagonista, un elemento di grande interesse del romanzo risiede nella volontà di tenere viva la memoria storica della Seconda guerra mondiale in Abruzzo. Infatti nel libro si fornisce un interessante spaccato del periodo bellico: dal bombardamento alla stazione di Sulmona fino all’eccidio di Pietransieri in cui persero la vita 128 persone uccise dai tedeschi. Nel romanzo si narra anche la difficile condizione delle popolazioni di alcuni paesi dell’Appennino abruzzese che si trovavano nei pressi della linea Gustav, la linea difensiva realizzata nell’autunno del 1943 dai tedeschi per ostacolare l’avanzata dall’Italia meridionale degli anglo-americani. Le persone che abitavano in questi luoghi furono costrette ad abbandonare i loro paesi per ordine dei tedeschi. Proprio questo fu il destino del nonno del protagonista costretto ad abbandonare Rivisondoli per rifugiarsi a Scanno e della nonna costretta a lasciare l’Abruzzo per trovare rifugio a Fasano, in Puglia. Fu questo il vissuto di tante donne e uomini abruzzesi che anche in quell’occasione mostrarono di possedere una tempra forte e gentile.