Una riflessione sulla festa della donna ed una poesia dell’insegnante e scrittrice Annalisa Potenza
A distanza di un secolo dalle motivazioni che hanno indotto le vecchie generazioni a stabilire un giorno specifico dell’anno finalizzato a ricordare in tutto il mondo quali sono i diritti delle donne, quelle nuove continuano a chiedersi se gli effetti di tale decisione siano tangibili oppure no, ovvero se nel corso del tempo vi sono stati netti miglioramenti riguardo la condizione della donna dopo numerosi festeggiamenti e un’ingente profusione di mimose. La domanda, di tipo retorico, esige una risposta altrettanto retorica e cioè che la strada verso la parità, benchè sia stata asfaltata, resta ancora in salita: quote rosa gentilmente “concesse”, resistenza nel nominare una donna a presidente della Repubblica e del Consiglio, molestie e discriminazione sui posti di lavoro, femminicidi in crescente aumento. Ne consegue una doverosa riflessione: ricordare è importante, ma agire in direzione del cambiamento lo è ancora di più. Tuttavia non si può pretendere di raggiungere l’obiettivo se prima non si risana l’antica frattura tra uomo e donna, risalente al tempo in cui il patriarcato si sostituì al matriarcato. In questo gioco delle parti, la donna divenne, rispetto all’uomo, l’anello debole nella catena della società, una presenza costretta ad agire dietro le quinte. Le circostanze storiche ed economiche le hanno dato la possibilità di riprendere in mano la propria vita e poter aspirare a un ruolo attivo in ambito sociale, ma questo non significa che tra lei e l’uomo si attui una distruttiva competizione. Infatti, se si parte dal presupposto psicologico che in ogni donna esiste una parte maschile (Animus) e in ciascun uomo una parte femminile (Anima) e che solo dall’unione di entrambi è possibile ricostituire l’intero, ecco che l’antica frattura è sanata e ogni inutile rivalità o spirito di sopraffazione decadono.
Questa è la direzione sulla quale lavorare a livello socio- educativo, in ogni ambito, da quello scolastico a quello lavorativo, affinchè l’otto marzo diventi per tutti, e non solo per la donna, una vera occasione per festeggiare.
Donna ………..di Annalisa Potenza
In ogni parte del mondo,
fin nei più remoti angoli,
batte il tuo cuore, donna.
Vicino ad una culla,
accanto al letto di un malato,
nei luoghi di lavoro e di svago
si posa la tua mano d’angelo.
Quale meraviglioso disegno divino
volle strappare la luce alle tenebre
e donartene un raggio,
affinchè, con la tua grazie infinita,
illuminassi il mondo!
Madre Terra ti regalò umanità,
candore e gentilezza.
Padre Cielo forgiò in te praticità,
flessibilità e concretezza.
Dalla loro unione nacque il tuo equilibrio,
la capacità di non perdere la speranza,
di rialzarti dalle difficoltà,
di ricominciare dall’inizio.
Ovunque tu vada,
brillano serenità e pace,
gli animi agitati si placano,
ogni umana discordia tace.
Chi non ti capisce,
ignora, in realtà, la tua vera natura.
Chi ti ferisce, verosimilmente, di te ha paura.